Le famiglie di entrambi gli alberi vivevano in quartieri chiamati Acquafredda, Ponticello, Santopoli, tutti vicini tra loro. Oggi il cognome originale Miceli (dal nome Michele o Micieli) è molto comune in Sicilia e Calabria; meno frequente al contrario, è il cognome Micieli.
I discendenti dell'albero n. 1 vivono in Brasile e Spagna. Un caro saluto a Stefano per il suo aiuto con la traduzione e le informazioni sulla famiglia.
Dopo essere arrivati qui in Brasile, comprarono una piccola fattoria nel quartiere del paradiso, dove iniziarono a piantare, poiché erano agricoltori, ma poiché non erano abituati qui in Brasile, volevano tornare in Italia, nei loro vagabondaggi a San Paolo, Francesco trovò un suo sacerdote amico , proprietario terriero in Italia, dopo alcune conversazioni, decise di scambiare la terra con quella del prete dall'Italia, così Francesco andò in Italia. Una volta lì, la terra del sacerdote fu affittata, scrisse a Fratello Vincenzo, che rimase in Brasile per raccogliere il sacerdote e portarlo in Italia e risolvere la terra in attesa, invece di farlo, il fratello era molto arrabbiato, se ne andò armato per uccidere il prete e nella confusione ha ucciso un poliziotto. Conclusione sono fuggiti da qui prendendo tutta la famiglia.
Rimasero in Italia per alcuni anni Nel 1901 morì Felippo Maria, figlio di Francesco Maria e sua moglie MARIA ROSARIA BIANCO MICIELI tornò con i loro figli, incluso il figlio minore Francesco Natale Micieli, che all'arrivo in Brasile fu registrato come Francisco Rio Miceli . Gli altri parenti tornarono solo fino all'inizio della prima guerra del 1914.
Dopo che molti dei discendenti non sono tornati all'attività agricola, alcuni sono entrati in attività commerciali, altri nei servizi e altri hanno mantenuto l'attività agricola.
Altri tornarono nel 1933 e nel 1934 dopo la rivoluzione del 1932.
Secondo "HERALDRYS INSTITUTE OF ROME"
Antica e illustre famiglia siciliana.
Pietro fu giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1745-46 e forse egli stesso acquistò
il titolo di Barone de San Lorenzo de Diana e Alessandro Galletti il sale di Nicosia, ottenendo a
investitura in 9 ag. 1773 e 10 maggio 1773; Antonino acquistò il titolo di Barone di Terrati da
Baldassarre Platamone e lo investì il 23 ottobre. 1799; un rosario, il 28 giugno 1805, ottenne il
Investimento salino di Nicosia.
Questa famiglia possedeva i baroni di Terrati, San Lorenzo e le saline di Nicosia.
A Pietro era un giudice pretorio di Palermo nel 1745-46 e forse lui stesso era quel Pietro,
primo barone di S. Lorenzo, ecc. nella sua famiglia.
La famiglia è genericamente iscritta alla Lista Nobile Ufficiale Italiana del 1922 con il titolo di Lord of
Terrati(mpr.).